É stato un fine settimana ricco di incontri, discussioni e approfondimenti quello passato presso l’Aula Magna Stefano Tassinari dell’AMF- Scuola di Musica Moderna. Nel corso di tre giorni da venerdì 20 a Domenica 22 Gennaio si è passati dal secondo appuntamento delle presentazioni letterarie della rassegna ” Nero su Bianco” in cui Donato Zoppo, giornalista, scrittore e conduttore radiofonico, ci ha presentato il suo libro, Un nastro Rosa a Abbey Road Il 1969 dei Beatles, il 1979 di Lucio Battisti, alla Masterclass “Comunicare la Musica” tenuta sempre da Donato Zoppo fino ad arrivare alla Classica d’Ascolto di Irene De Bartolo, “Un milliennio di musica scritta: Guido Monaco detto d’Arezzo” .
Non è certo facile riuscire a sintetizzare ciò che questi incontri hanno comunicato ma come redazione vogliamo comunque tentare di trovare il filo rosso che gli ha uniti.
Partendo dalla presentazione letteraria di “Nero su Bianco”, l’elemento che ha colpito fin da subito è stato il collegamento presente nello stesso titolo del libro. Infatti, prima che cominciasse l’incontro ci siamo interrogati su che cosa potesse effettivamente legare artisti e musicisti lontani nel tempo e nello spazio come i Beatles e Lucio Battisti.
La risposta è arrivata nelle prime battute: il ’69 dei Beatles e il ’79 di Battisti hanno in comune di essere momenti topici per ambo le parti e coincidenti con la fine dei rispettivi decenni. Nel ’69 dopo l’incisione di Abbey Road i Beatles si sciolgono, nel ’79 con la canzone Con il Nastro Rosa si conclude la collaborazione tra Battisti e Mogol.
Grazie anche all’intervento di Ambra Bianchi, insegnante dell’AMF e mediatrice dell’incontro, e alla volontà di Zoppo di coinvolgere in conversazione il pubblico presente, ciò che è successo è stato equivalente all’operazione di connessione che il libro si era prefissato. Adulti, giovani e giovanissimi hanno cominciato a parlare del loro rapporto con la musica. Gli interventi della vecchia guardia riguardo all’importanza del vinile, della copertina e del rapporto intimo con la musica, mediati dalle risposte di Zoppo che hanno fatto da ponte, si sono così intervallati a quelli dei giovani che hanno potuto portare un punto di vista attuale facendo anche capire che la passione per la musica esiste ancora ma sono cambiati solo i mezzi di fruirla. Tutto si è svolto in un’atmosfera non di opposizione quanto di continuità. L’incontro si è concluso infine con il regalo del libro alla redazione, motivo per cui ringraziamo sinceramente Donato Zoppo.
La Masterclass ” Comunicare la Musica” ha seguito la falsa riga della presentazione del libro. Infatti, la prima parte ha visto il coinvolgimento del pubblico da parte di Zoppo. In particolare, questa volta si è partiti dalla domanda semplice del perché si fosse venuti alla Masterclass. Il risultato è stato molto simile a quello ottenuto il giorno precedente. Dai nati degli anni ’50 fino a quelli del 2000 si è potuto vedere le varie sfaccettature di desiderio che la musica accende. C’era chi era venuto per sapere come aiutare le nuove generazioni, chi per comunicare meglio i propri eventi e gruppi musicali, chi ancora per riuscire a capire meglio il caotico settore giornalistico, editoriale e musicale di oggi e infine chi cercava di alimentare la propria passione per poterla poi mettere al servizio degli altri.
Con la seconda parte della Masterclass, si è passati invece ad analizzare nel dettaglio il ruolo dell’Ufficio Stampa data e la modalità con cui la comunicazione della musica avviene tra le varie parti in campo (artisti – uffici stampa – giornalisti). In questo secondo tempo Zoppo attingendo dall’esperienza maturata grazie all’’ufficio stampa Synpress44 di cui è fondatore ha toccatosi le tematiche emerse dalla conversazione della prima parte sia gli aspetti più tecnici di questo tipo di comunicazione. Ecco cosa dicono i nostri redattori, Giovanni Ferrari e Filippo Romanin, riguardo alla seconda parte:
“Scrivere di musica è come ballare di architettura”: questa frase attribuita a Frank Zappa sottolinea come questo tipo di giornalismo, per quanto comune, non sia in realtà così naturale o immediato. Ciononostante si tratta di un mezzo imprescindibile grazie al quale è possibile andare più a fondo in quella che è l’esperienza musicale.
Nella masterclass di comunicazione nella musica tenuta all’AMF da Donato Zoppo, giornalista, scrittore e conduttore radiofonico, si è discusso inizialmente del ruolo che riveste la letteratura musicale, nel passato e nel presente: dalle riviste come Il mucchio selvaggio e Rumore ai libri come Un nastro rosa a Abbey Road: il 1969 dei Beatles, il 1979 di Lucio Battisti di cui Zoppo è l’autore. Di fatto scrivere di questi temi ha una doppia funzione: ricercando e sviscerando, anche attraverso interviste e recensioni, il percorso di un genere o la carriera e la vita degli artisti consente non solo di vivere la loro musica da un’altra prospettiva, ma anche di creare un vero e proprio archivio storico.
Si è poi parlato nello specifico del rapporto tra le testate giornalistiche e gli uffici stampa, e di questi con gli artisti e organizzatori di eventi musicali. Queste relazioni sono spesso meno istituzionali di quanto si immagini e, nonostante l’era social fornisca degli strumenti di auto-promozione, sono ancora fondamentali per portare la musica agli ascoltatori.”
Giovanni Ferrari
“Se solamente ci fermassimo un momento per approfondire qualcosa, capiremmo davvero tutto il lavoro che c’è dietro.
Questo vale anche per la musica, e non solo una canzone in sé, ma di come ci arriva, che sia per radio o per una recensione, dietro c’è un lavoro che Donato Zoppo ha approfondito in una masterclass di ufficio stampa e comunicazione.
Per chi non è del mestiere è impressionante scoprire quanto lavoro c’è dietro qualcosa che può sembrare apparentemente immediato, come coordinare un’intervista o organizzate una conferenza stampa.
Approfondire l’argomento è sorprendente perchè ci dà modo di scoprire molti lati che non vediamo di questa realtà.”
Filippo Romanin
Se c’è una cosa che è venuta fuori da questa Masterclass con Donato Zoppo, è l’estremo rispetto e riguardo con cui tratta il tema della musica e con cui si approccia non soltanto agli artisti ma anche ai giornalisti. Ci ha persino suggerito un modo davvero arricchente di affrontare l’ascolto di un album, quello di disco come esperienza, metodo che ci aveva già menzionato durante la presentazione del suo libro.
Ma non è finita. Domenica 22 Irene De Bartolo, Arpista, insegnante di arpa classica e celtica, ha tenuto la seconda Classica d’ascolto, “Un milliennio di musica scritta: Guido Monaco detto d’Arezzo”. L’incontro è stato particolarmente prolifico specie perché si è parlato della vita di Guido Monaco, figura senza la quale non avremmo la modalità di scrittura della musica che utilizziamo oggi e che tra l’altro, come egli stesso afferma, è nato nel territorio di Pomposa (“in pago pomposiano exhortus).
Grazie alla figura di Guido Monaco, Irene de Bartolo non solo ha potuto così accompagnarci nella scoperta della vita del padre della musica scritta come la conosciamo oggi ma anche della modalità con cui la musica veniva insegnata e imparata prima delle invenzioni e innovazioni apportate da questo monaco così dedito alla musica.
L’attuale solfeggio cantato, la nomenclatura della maggio parte delle note odierne così come l’antenato del pentagramma, il tetragramma, e la mano guidoniana e non solo derivano tutte dalla mente e dalla volontà di rendere più accessibile sia insegnare sia imparare la musica.
Qualcuno potrebbe dire che esiste una continuità di questa volontà della “Musica per tutti” tra Guido e la stessa AMF che con tre incontri di fila e i numerosi eventi che organizza durante l’anno, oltre tutto a ingresso gratuito, continua a proporre la musica come tramite per unire generazioni di uomini.
Per recuperare masterclass e classica d’ascolto:
COMUNICARE LA MUSICA a cura di Donato Zoppo
Un millennio di musica, Guido Monaco detto d’Arezzo a cura di Irene De Bartolo
Per maggiori info sugli eventi dell’AMF:
EVENTI
Vittorio Formignani