Dopo il debutto del 2017 con l’EP Animal, che ha portato sonorità diverse nel panorama ferrarese e ha acceso interesse nei loro confronti, tornano i Cut Yena con l’album Passengers.
Il disco, che contiene 12 tracce, registrato presso gli studi di Sonika da Samuele Grandi, è il culmine di un lavoro di 3 anni e rappresenta un’estensione di ciò che si era sentito nell’EP.
Il gruppo è composto da Giacomo Scaglianti alla voce e alla chitarra acustica, Ennio Zappareddu alla chitarra elettrica, Luca Boaretti al banjo e Giacomo Sovrani al violino e dobro, quest’ultimo aggiuntosi alla fine della realizzazione dell’album.
Una band di altri tempi e altri luoghi che già nel precedente lavoro era riuscita a far riscoprire a Ferrara e nelle pianure circostanti quell’anima folk e country riportando così ad una dimensione intima una scena musicale locale nella quale, nell’ambito giovanile, dominavano da molto tempo chiassosi riff di chitarra elettrica.
Già dalla copertina, una foto di Filippo Cavallini, si nota il passaggio da un’interpretazione primitiva del country ad una più legata ai sentimenti e all’interiorità, molto più vicina al folk.
Il disco è stato preannunciato da Addios!, brano dalla spiccata carica pop con un ritornello accattivante e orecchiabile che con facilità rimane impresso.
Addios!, pur essendo una canzone riuscita e che invoglia ripetuti ascolti, si rivela essere il brano che meno rappresenta e si discosta di più dalle atmosfere di Passengers.
I momenti dell’album che hanno attirato di più la nostra attenzione sono Dark Horse per l’immediata e trascinante immersione nei sentimenti della canzone e quel colore romantico che ti sa accendere il cuore, Hard Times per la sua puzza d’America e questo carattere da bluegrass danzante che riporta alla mente tipiche scene di festa del far west e Acadanù nella quale si ritorna a descrivere musicalmente con un stato d’animo più blues le radici e la terra a cui la band appartiene.
Una delle impressioni che si possono avere osservando il carattere della band è la forte coesione tra i membri, elemento che risalta durante i live in cui i componenti si posizionano in un semicerchio che si completa col pubblico e nella quale le distanze sono talmente ravvicinate che si crea una nicchia intima quasi si fosse intorno ad un fuoco all’ombra degli Appalachi e ognuno avesse la possibilità di raccontare la propria storia.
Un valore aggiunto per questo album sarebbe stato ricreare le stesse condizioni catturando la sinergia e il senso di vicinanza della band dal vivo. Sensazione che in realtà su disco non si percepisce e fa sentire, pur mantenendo una compattezza ritmica, la mancanza di una coesione sentimentale dovuta all’impronta fortemente pop che in alcuni momenti non si fonde in maniera costruttiva con la vena folk e country.
Passengers sembra volersi proporre come un nuovo punto di partenza azzerando il discorso iniziato con l’EP Animal ripartendo così da capo.
Le ispirazioni dell’album sembrano arrivare da più direzioni, cosa che rende difficile riconoscere in loro un modello preciso, elemento che può costituire un vantaggio a fronte di una possibile catalogazione in un genere.
Per un futuro secondo album rimaniamo in attesa di vedere quale dei diversi percorsi cominciati con Passenger decideranno di intraprendere i Cut Yena.
Seguiranno una via più tradizionale o volgeranno lo sguardo verso nuove e più sperimentali possibilità?
Raffaele Cirillo, Vittorio Formignani
Pagina Facebook: https://www.facebook.com/cutyenacountry/
L’ascolto del disco è possibile qua: