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Affrontare il mondo con la musica – Intervista agli Antartica

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Affrontare il mondo con la musica – intervista agli Antartica 

Gli Antartica sono una band indie pop di Vicenza. Con molte influenze punk, hanno rilasciato vari singoli e un EP quest’estate. Il quartetto vede alla voce Francesco “Pinfes” Cappellari, alla chitarra Simone Mattiello, al basso Marco “Fish” Fognaro e alla batteria Samuel Sarappa.

Le loro canzoni sono come un quadro che si trasforma seconda della prospettiva: cambiando punto di vista il significato di una canzone si può ribaltare.

Avendo avuto l’opportunità di conoscerli di persona ad un concerto live, abbiamo deciso di intervistarli in virtù di questa loro particolarità.

Partendo dagli inizi, come vi siete conosciuti e come avete iniziato a suonare insieme?

Samuel: Vicenza è una città piccola, tutti si conoscevano, tutti andavano ai concerti di tutti, e tutti ci scambiavamo componenti della band per altri progetti, tutti fallimentari. Io conoscevo Simone e Fish dal 2015 e la prima volta che li vidi dissi: “io suonerò con quei ragazzi”. Pinfes arrivò dopo tramite amicizie, la band si formò prima con lui, e poi mi chiamarono.

In un negozio di dischi perché dovrei prendere proprio il vostro EP? Cosa vi differenzia da altri ragazzi che fanno lo stesso genere?

Samuel: Se vuoi ottenere un po’ di felicità e serenità nella tua vita ti conviene ascoltare quell’EP, perché si crea una connessione con chi ascolta, per i temi personali estendibili a chiunque, non ci siamo concentrati sul genere ma su quello che può trasmettere, volevamo creare delle canzoni universali in qualche modo.

Avete sperimentato un po’ o vi siete subito buttati sul genere che fate adesso?

Samuel: Siamo in quattro mani a scrivere, tutti mettono bocca su tutto e arriva il punto in cui per noi testo e melodia sono perfetti e possono reggere da soli il brano. Capita che alla fine c’è questa forte base di fondo su cui puoi mettere tutti gli elementi che vuoi: abbiamo la versione punk della canzone e quella più pop, ma di base la canzone si deve reggere anche suonata acustica. Adesso ci stiamo lasciando andare a qualsiasi tipo di sperimentazione.

Il vostro brano Clinica può sembrare molto leggero e spensierato, ma ci si accorge al primo ascolto che c’è un significato molto più profondo e particolare. Com’è nato il testo?

Samuel: È dedicata a una nostra amica, la ragazza di clinica è una ragazza vera in carne ed ossa, la sua storia ci ha ispirati per scrivere questo brano, ti crea un contrasto, è una situazione in cui sai che una tua amica sta male e vorresti starle vicino in tutti i modi, e ti sentiresti in colpa a lasciarla andare. C’è la spensieratezza e l’allegria perché è sempre una tua amica, però c’è questo senso di colpa che ti uccide.

Come mi dovrei approcciare al vostro EP?

Samuel: Apri le orecchie e preparati non solo ad ascoltarci ma ad ascoltarti, perché può esserti d’aiuto. È un processo introspettivo, ci piace mantenere la formula della “canzone spensierata con testo pesante” e alcune canzoni parlano di nostri malesseri. Per noi scriverle è stato terapeutico e anche chi lo ascolta può andare un po’ oltre alla musica, può farti connettere con te stesso e con gli altri: fare uno sforzo in più può cambiare totalmente la prospettiva del brano.

Perché vi chiamate “Antartica”?

Samuel: Noi raccontiamo sempre la verità e adesso ti dirò ancora la verità: un giorno Fish in sala prove era un po’ per le sue, ha cominciato a bisbigliare qualcosa e muoveva leggermente la mano, ha cominciato a scrivere e disegnare lettere a caso poi è crollato per terra. Abbiamo preso il foglio scarabocchiato, abbiamo unito le lettere ed è uscito Antartica. È una cazzata in realtà, ma ci piaceva e l’abbiamo scelto.

Un artista italiano e uno internazionale con cui vorreste collaborare? Quali sono le vostre influenze?

Simone: Sicuramente Appino degli Zen Circus, anche Rancore, mi piace molto come scrive. Mi piacerebbe un sacco collaborare sulla parte testi soprattutto. Internazionalmente, non ho riferimenti simili a quello che facciamo noi, ma ho molte influenze, soprattutto punk rock e pop punk, come i NOFX, i Blink-182 e i Lagwagon, ma anche punk italiano. Non dimentichiamo lo ska!

Fish: Innanzitutto, nel panorama italiano direi i bnkr44, perché penso siano i più “freschi”. Invece come artista internazionale la sparo grossa: Gus Dapperton, che secondo me sta influenzando molto il pop in America e oltre. Le mie influenze vengono anche per me dal pop punk, e poi tutto il filone che ne è seguito, come i Neck Deep e i The Story So Far. Ora sto ascoltando molto anche musica con synth.

Pinfes: Un artista italiano con cui mi piacerebbe collaborare è i Ministri, per quanto riguarda l’internazionale ho scoperto di recente l’ultimo album dei Beach Bunny, che mi ha dato molte vibes da 2012, i Paramore, per dire. Io vengo da un panorama molto indie, soprattutto italiano e inglese, però nel tempo mi sono evoluto e ho iniziato ad ascoltare pop punk (i classici The Story So Far e i Blink-182) e dream pop, come ad esempio i Turnover.

Che progetti avete per il futuro?

Samuel: Stare bene, poi vogliamo far uscire un altro EP. Spotify richiede presenza, quindi sarà preceduto da singoli.

Con questo nuovo EP volete esplorare nuovi orizzonti?

Samuel: Sicuramente, abbiamo questo vantaggio (o svantaggio) dell’aver capito qual è il nostro sound e cosa ci viene bene, ma d’altra parte sentiamo che c’è molto che non abbiamo calcolato.

Che cosa significa per voi la vostra musica?

Samuel: Da un po’ di tempo abbiamo capito che essere in una band vuol dire anche migliorarsi costantemente, quindi cerchiamo così la nostra identità. Tre di noi vanno in terapia dalla psicologa e cerchiamo molto di scavare dentro noi stessi, la musica non si ferma solo a quattro note, devono essere quattro note che ci fanno arrivare qualcosa dentro.

Dunque, se non l’hai ancora fatto, dovresti ascoltare Risposte Sincere, Domande Sbagliate, l’ultimo EP degli Antartica qui sotto.

Giovanni Ferrari, Filippo Romanin.

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